zi che si partisse, diede ordine con Bertuccio, che ogni volta che egli persentisse il re volerla maritare, a Novara venisse, ed ellevata la man destra al capo, sì dimostrasse, chè ella altri che lui per marito non prenderebbe; e tolta licenza da lui e dalla madre, a Novara se ne gì. Il Re, veduta la ricuperata figliuola, da dolcezza teneramente pianse; e doppo i stretti abbracciamenti ed i paterni baci, l’addomandò come era smarrita. Ed ella, tuttavia piangendo, li raccontò la captura, la compreda e la conservazione della sua verginità. Tarquinia in pochi giorni venne ritondetta e fresca e bella come rosa; e Crisippo Re divulgò la fama di volerla maritare. Il che venne all’orecchi di Bertuccio; e senza indugio ascese sopra una cavalla, alla quale per magrezza s’arrebbeno raccontate tutte le ossa; e verso Novara prese il cammino. Cavalcando il buon Bertuccio ed essendo mal in arnese, s’incontrò in un cavalliere riccamente vestito e da molti servitori accompagnato. Il qual con lieto volto disse: Dove vai, fratello, così soletto? E Bertuccio umilmente rispose: A Novara. — Ed a far che? disse il cavalliere — Dirotilo, se m’ascolti, disse Bertuccio. Io già tre mesi fa liberai la figliuola del re di Novara da ladroni presa, e avendola con e propri danari ricuperata, ella mi ordinò che, volendola il Re maritare, io me ne vada al suo palazzo, e mi ponga la mano in capo, che ella non torrà altro marito che me. Disse il cavalliere: Ed io, innanzi che tu gli vadi, vi vo’ andare, ed arrò la figliuola del Re per moglie; perciò che io sono meglio a cavallo di te, e di migliori vestimenta adobbato. Disse il buon Bertuccio: Andatevi alla buon’ora, signore. Ogni vostro bene reputo mio. Veggendo il cavalliere l’urbanità, anzi semplicità del giovane, disse: Dammi le vestimenta tue e la cavalla,