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nel stato ove ora mi trovo. Parti onesto e convenevole ch’io restituisca la mal tolta robba? Parti giusto ch’io lascia e miei figliuoli poveri e mendici? Lascio adunque questo consiglio ad altrui, che ora nol voglio. Scrivi ancora, notaio: Item lascio a Felicita, mia innamorata, un podere posto nelle valli di Comacchio, acciò che ella possa avere il vitto ed il vestito, e darsi piacere e buon tempo con gli suoi amatori, sì come sempre ha fatto, e nel fine della vita sua ella venga a trovarmi nello oscuro baratro infernale, ed insieme con noi tre sia tormentata di eterno supplicio. Il residuo veramente di tutti e miei beni, mobili ed immobili, presenti e futuri, in qualunque modo a me aspettanti ed appartinenti, lascio a Comodo e Torquato miei figliuoli legittimi e naturali, pregandoli che non vogliano far dire nè messa, nè salmo per l’anima mia, ma che attendino a giocare, puttaneggiare, armeggiare, e far tutte quelle cose che sono più detestabili ed abbominevoli, acciò che la mia facoltà indebitamente acquistata vada in breve tempo in mal’ora, e gli figliuoli, per la perdita disperati, se stessi si sospengano per la gola. E questa voglio sia l’ultima mia volontà, e così voi tutti, testimoni e notaio, vi prego. — Scritto e publicato il testamento, messer Andrigetto volse la faccia verso il pariete; e tratto un mugito, che d’un toro parse, rese l’anima a Plutone, che sempre stava ad aspettarla. Ed in tal modo il tristo e scelerato Andrigetto, inconfesso ed impenitente, la lorda e scelerata sua vita finì.
Ormai la baldanzosa Eritrea aveva posto fine alla sua favola, quando gli uomini, e parimenti le donne, stavano ammirativi, considerando la gran sciocchezza del disperato Andrigetto, il qual volse più tosto esser schiavo del nemico dell’umana natura, che di suoi pec-