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fanno così fatte cose e compari colle comare? Ohimè trista! egli è troppo gran peccato; e se non fosse questo, io ve contenterei. Rispose messer Liberale: Qual’è maggior peccato o giacere colla comare, o che nasca la creatura imperfetta? — Giudico esser maggiore quando nasce imperfetta per colpa de’ lor parenti, rispose la donna. — Adunque, disse messer Liberale, voi fareste gran peccato se non mi lasciaste sopplire in quello che mancò il vostro marito. La donna, che desiderava che il parto nascesse perfetto, credette alle parole del compare e non ostante il comparatico, si recò a dover fare e suoi piaceri; e più e più volte si ritrovaro insieme. Piaceva molto alla donna la riforma delle defettive membra, e pregava il compare che non mancasse, come già era mancato il marito. Il compare a cui piaceva il boccone, con ogni studio dì e notte s’affaticava alla riforma della creatura, acciò che intiera nascesse. Venuto il termine del parto, madonna Daria parturì un bambino che in tutto rassomigliava al padre; ed era sì ben formato, che non vi era membro che non fosse in ogni parte perfetto. Di che la donna molto si rallegrava, ringraziando il compare che di tanto bene era stato cagione. Non passò molto tempo che messer Artilao ritornò a Genova; e giunto a casa, trovò la moglie sana e bella: la quale gioiosa e festevole se gli fe’ in contro col fanciullo in braccio, e strettamente s’abbracciarono e basciaro. Intesa messer Liberale la venuta del compare, subito se n’andò a lui, e l’abbracciò, rallegrandosi del felice ritorno e del ben esser suo. Avenne che trovandosi un giorno messer Artilao a mensa con la moglie, e accarezzando il fanciullo, disse: O Daria, oh come è bello questo bambino! Vedesti mai tu il più ben formato? Guarda che aspetto: mira che viso: considera quegli occhi lucenti