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prodezze e di orrevole famiglia. Il quale, come ogni un altro sottoposto all’amorose fiamme, era dell’amor di madonna Veronica sì fieramente acceso, che non trovava riposo. Egli per suo amore spesso giostrava, armeggiava e faceva feste e trionfi, tenendo tutta la città in allegrezza. Ma ella, che intieramente aveva donato il suo amor al marito, di lui e di sue feste poco si curava. Di che il cavalliere ne sentiva quel cordoglio e quello affanno che mai amante sentisse. Madonna Veronica, partito che fu il suo marito di casa, si fece alla finestra: e per aventura indi passava quel cavalliero che era ardentissimamente acceso dell’amor di lei; e chiamollo cautamente e dissegli: Cavalliere, voi sapete il fervido e caldo amore che già tempo mi avete portato e ora portate; e avenga che in tutte le operazioni mie dura e crudele vi abbia forse paruta, questo però non è proceduto che io non vi ami e che non vi tenghi scolpito nelle viscere del core; ma la causa è stata la conservazione del mio onore, il qual sempre ad ogni altra cosa preposi. E perciò non vi maravigliate se io alle vostre accese voglie non diedi ispedito volo, perciò che l’onore, che rende la casta moglie al dissoluto marito, è molto da esser tenuto caro. Ed ancor che dal vostro mal fondato giudizio dura, fella ed aspra verso voi istimata sia, nondimeno non resterò con fiduzia e sicurtà ricorrere a voi, come a quello che è fontana d’ogni mia salute. E se voi, come amorevole, soccorrerete al mio grave affanno, prestandomi frettoloso aiuto, mi arrete sempre in catena e porrete disporre di me come della persona vostra. E questo detto, minutamente gli raccontò la sciagura sua. Il cavalliere, intese le parole dell’amata donna, prima la ringraziò che s’aveva degnata di comandargli; dopò le promise,