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ritornava e che ormai l’ora era tarda, dubitò che ’l marito non venisse, e in tal guisa nuda la trovasse, e pazza la riputasse. Onde, presa la spina che era in un canto, chiuse il bucco della botte; e postisi e suoi vestimenti in dosso, salì di sopra. Non stette molto che messer Brocardo, marito di madonna Veronica, venne a casa; e con grazioso viso salutolla, dicendo: Sia la ben trovata la mia cara moglie, rifrigerio e solazzo del cuor mio. La moglie, udendo lo insolito saluto e fuor di natura, stupefatta rimase; e tra sè ringraziava Dio che tal feminella le avesse mandata, con il cui aiuto avea trovato rimedio al suo gravoso affanno. E tutto quel giorno e la notte sequente stettero in stretti abbracciamenti e saporiti basci, non altrimenti se all’ora fussero sposi. Madonna Veronica, tutta lieta e tutta festevole per le carezze che le faceva il marito, li raccontava la passione, l’affanno e lo strazio che per lui amore avea portato. Ed egli le prometteva tenerla per moglie cara, e che non intervenirebbe più quello che fin’ora era intervenuto. Venuta la mattina sequente, e levatosi il marito di letto e andatosene alla caccia, come e gran maestri fanno, madonna Veronica andò al letto; e alzato il guanciale prese il drappo dove erano state messe le gioie; e discioltolo e credendo trovar la collana e le perle, trovollo pieno di pietre. Il che vedendo, la meschinella restò smarrita, nè sapeva che partito pigliare, perciò che temeva che, scoprendola, il marito non l’uccidesse. Dimorando adunque la bella donna in tal affanno e ravogliendo molte cose nell’animo suo, nè sapendo che via tenere in riaver le sue care gioie, finalmente s’imaginò con onesto modo schernir colui che tanto tempo vagheggiata l’aveva. Abitava in Verona un cavalliero di corpo bello, altiero di animo, famoso in