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sino confusi e scornati. Onde convocati tutti e savi della città, sì grammatichi come oratori, sì leggisti come canonisti, sì filosofi come teologi e di qualunque altra sorte dottori, fecero la scelta de gli migliori, e quelli ritenettero nella città, a ciò che fussero la rocca e la fortezza nella disputazione contra’ firentini. Gli altri veramente fecero vestire di panni vili e li mandarono fuor della città in quella parte dove passar doveano e’ firentini, e g’imposeno che sempre con loro latinamente ragionassero. Vestiti adunque i dottori bergamaschi di grossi panni, e mescolatisi colli contadini, si misero a far molti esercizij: alcuni cavavano fossi, altri zappavano la terra, e chi faceva una cosa e chi faceva l’altra. Dimorando i dottori bergamaschi in tai servizij, che contadini pareano, ecco venire i firentini cavalcando con grandissima pompa; i quali, veduti ch’ebbero quelli uomini che lavoravano la terra, dissero: Dio vi salvi, fratelli. A cui risposero i contadini: Bene veniant tanti viri. I firentini, pensando che burlasseno, dissero: Quante miglia ci restano sino alla città di Bergamo? A cui risposero i bergamaschi: Decem, vel circa. Udendo tal risposta, i firentini, dissero: O fratelli, noi vi parliamo volgarmente, e onde prociede che voi rispondete latinamente? Risposero i bergamaschi: Ne miremini, excellentissimi domini. Unusquisque enim nostrum sic, ut auditis, loquitur, quoniam maiores et sapientiores nostri sic nos docuerunt. Continovando i firentini il lor viaggio, viddero alcuni altri contadini che sopra la commune strada cavavano fossi. E fermatisi dissero: O compagni! o là! Iddio vi aiuti. A’ quai risposero i bergamaschi: Et Deus vobiscum semper sit. — Che ci resta fino a Bergamo? dissero i firentini. — Exigua vobis restat via. Ed entrando d’una parola in un’altra, cominciorno batta-