della florida adolescenzia, dopo i studii e l’altre buone operazioni, alle volte si dava all’armiggiare, a lanciar il palo e all’andar a caccia: e di questo assai si dilettava. Onde la gioventù per gli costumi e prodezze sue l’amava molto, ed ella era amata da lui; nè giovane era nella città, che largamente non fosse guidardonato da lui. Il signor Francesco un giorno per suo diporto raunò molti giovani, di quai niuno aveva ancor tocco il ventesimo anno; e asceso a cavallo, se n’andò con esso loro alla caccia. Ed aggiunti ad un boschetto, dove dimoravano le fiere, quello circundorono. Avenne che dalla parte dove il signor Francesco attentamente guardava, uscì fuori un leggiadretto cervo; il quale, veduti e cacciatori, per timore si diede al fuggire. Il signore, ch’aveva cuor di leone e stava bene a cavallo, vedendo il cervo velocemente fuggire, con li sproni spinse il cavallo, e animosamente si mise a seguirlo; e tanto lo seguitò, che, allontanato dalla compagnia, smarrì la dritta strada, di maniera che, perduto il cervo di veduta e lasciata l’impresa, non sapeva dove egli fosse nè dove andasse. Laonde, vedendosi solo e fuori della comune strada, nè sapendo tornare a dietro, e sopraggiungendo l’oscurità della notte, alquanto si smarrì, temendo non gli avenisse cosa che gli spiacesse: sì come gli avenne. Continovando adunque il signor Francesco il smarrito cammino, finalmente aggiunse ad una picciola casa coperta di paglia e mal condizionata; ed entrato nel cortile, scese giù del cavallo, e per se stesso lo legò ad una siepe ivi vicina; indi, entrato in casa, trovò un vecchiarello che non aveva meno di anni nonanta: e con esso lui era una contadina giovane e assai bella, la quale aveva nelle braccia una fanciulla di anni cerca cinque, e la pasceva. Il signore, dato al vecchierello e alla contadina un bel saluto, si