lei col marito in letto, chetamente andò alla callicella; ed entrato dentro pianamente, levò la sargia e posele la mano sopra il petto. Violante, che non sapeva la venuta sua, sentendosi da altri che dal marito toccare, volse dar un grido; ma Rodolino, messa la mano alla bocca, la vietò, e diedesi a conoscere. La giovane, conosciuto che ebbe lui esser Rodolino, subito si smarrì, e temenza le venne che dal marito sentito non fusse; e con savio modo, meglio che ella poteva, lo spingeva da sè, nè si lasciava pur basciare. Rodolino, vedendosi dal suo caro bene al tutto abbandonato e apertamente scacciato, non vedendo rimedio al gravoso affanno che sofferiva, disse: O crudelissima fiera, ecco che io moio; contentati che più non avrai di vedermi fastidio: e tardi divenuta pietosa, di biasmare la tua durezza a forza costretta sarai. Ohimè, e come può essere che’l lungo amore ch’un tempo mi portasti, sia ora in tutto da te fuggito? E così dicendo, strettamente abbracciò la sua Violante, e quella, volendo o non volendo, basciò; e sentendosi dentro al cuore già venire meno lo spirito, si raccolse in sè, e mandato fuori un gran sospiro, a lato di lei infelicemente morì. La meschinella, poi che conobbe lui esser morto, stette sopra di sè, e pensava che via tener dovesse che ’l marito non s’accorgesse; e lasciatolo della lettiera nella callicella lievemente giù cadere, finse di sognare: e trasse un grandissimo grido, per lo quale il marito subito si destò; e addimandata la causa del grido, tutta tremante e spaventata li raccontò, come le pareva Rodolino, figliuolo del Re, giacer seco e nelle sue braccia esser morto: e levatosi di letto, trovò nella callicella il corpo morto disteso, che ancor era caldo. Il marito, veduto il strano caso, sbigottito rimase, e molto temette della vita sua. E fatto buon core, prese il corpo morto