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berta; e sì come egli deliberò, così la deliberazione riuscì come era il desiderio suo. Imperciò che Galeotto prese gran quantità di danari e molte ricche merci, e in Spagna secretamente se n’andò, e in casa d’una povera vedova tolse due camere a pigione. Avenne che Galafro Re una mattina per tempo montò a cavallo, e con tutta la sua corte se n’andò alla caccia, con animo di star fuori più giorni. Il che avendo persentito Galeotto, si mise in ordine; e vestitosi da mercatante, e prese molte merci d’oro e d’argento, che erano bellissime e valevano uno stato, uscì di casa, e quinci e quindi andava dimostrando le sue merci per la città. Ultimamente pervenuto al luoco della torre, più volte gridò: Chi vuol comprar delle mie merci, facesi innanzi! Udendo le damigelle della Reina il mercatante sì altamente gridare, si fecero ad una finestra; e videro bellissimi panni d’oro e d’argento in tal maniera ricamati, che era cosa ammirativa a vederli. Le donzelle subito corsero alla Reina; e dissero: Signora, quinci passa un mercatante e ha robbe le più belle, le più ricche che vedeste già mai: e quelle sono non da cittadini, ma da Re, prencipi e gran signori; e tra le altre vi sono alcune a voi conformi, tutte ingemmate di preziose gioie. La Reina, bramosa di veder così belle merci, pregò i guardiani che entrar lo lasciassero; ma elli, temendo di non essere scoperti e malmenati, non volevano consentire, perciò che il comandamento del Re era grande e gli andava la vita; pur addolciti dalle affettuose parole della Reina e dalle larghe promesse del mercatante, lo lasciorono entrare. Il qual, prima fatta la debita e convenevole riverenza, la salutò; indi mostròle le nobili sue merci. La Reina, che era festevole e baldanzosa, vedendolo bello, piacevole e di natura benigno, incominciò ballestrarlo con