suoi; chè io di notte non apro la porta ad alcuno, quando il mio marito non è in casa. La fante, inteso il voler della donna, li riferì quanto ella le aveva detto. Il vecchio, veggendo che gli era data ripulsa, cominciò fieramente a pichiare; e con ostinato animo voleva entrare in casa. La donna, già accesa di sdegno ed ira, sì per lo disturbo, sì anche per lo giovane ch’era in casa, si fe’ alla finestra; e disse: Mi maraviglio grandemente di voi, messer Anastasio, che voi senza rispetto alcuno veniate a queste ore, pichiando l’uscio dell’altrui case; andatevene, poverello, a riposare, e non molestate chi non vi dà noia. Se ’l mio marito fusse nella terra e in casa, come non è, io vi aprirei volontieri; ma poi ch’egli non è in casa, non intendo di aprirvi. Il vecchio pur diceva volerle parlare, e di cosa di non poca importanza; nè però cessava di pichiar la porta. La donna, vedendo la temerità del bestione, e temendo che per sciocchezza non dicesse cosa che redondasse contra l’onor suo, si consigliò con l’innamorato giovane; il quale rispose che l’aprisse, e intendesse quel che dir voleva, e che non temesse. Ella — tuttavia il vecchio fortemente battendo la porta — fece accendere un torchio, e mandò l’ancella ad aprirlo. Venuto il vecchio in sala, la donna uscì di camera; e fattaseli incontro, che pareva una mattutina rosa, dimandollo quello ch’egli andasse facendo a quell’ora. Il vecchio amoroso con benigne e pietose parole, quasi piangendo, disse: Signora, unica speranza e sostenimento della misera mia vita, non vi paia strano che io temerariamente e con prosonzione sia qui venuto a pichiar il vostro uscio, dandovi noia. Io non son venuto per annoiarvi, ma per dichiarirvi la passione e l’affanno che per voi, madonna, sento; e di questo n’è causa la unica bellezza vostra, la qual vi fa ad ogni altra