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FAVOLA V.


Di duo medici, di quali uno era di gran fama e molto ricco, ma con poca dottrina; l’altro veramente era dotto, ma molto povero.


Oggidì, amorevoli donne, più s’onorano i favori, la nobiltà e le ricchezze, che la scienzia; la quale, quantunque sia in persone di basso e umil grado sepolta, ella nondimeno da se stessa pur riluce e splende come un raggio. Il che fiavi manifesto, se alla mia breve favola l’orecchio presterete.

Fu già nella città Antenorea un medico molto onorato e ben accomodato di ricchezze, ma poco disciplinato nella medicina; il quale aveva per compagno nella cura d’un gentil’uomo di primi della città un altro medico, che per dottrina e pratica era eccellente, ma privo di beni della fortuna. Un dì venuti a visitar l’infermo, quel gran medico riccamente vestito, toccatogli il polso, disse che egli aveva una febre molto violenta e formicolare. Il medico povero, bellamente guardando sotto ’l letto, vidde per aventura alcune corteccie di pomi: e pensossi ragionevolmente che l’infermo avesse mangiato de’ pomi la sera precedente. Poi che gli ebbe toccato il polso, dissegli: Fratel mio, veggio che ieri sera tu hai mangiato di pomi, perchè hai una gran febbre. Non potendo l’amalato negar quello ch’era la verità, gli disse di sì. Furono ordinati gli opportuni rimedij e partironsi e medici. E così andando insieme, quel famoso ed onorato medico, gonfiato il petto d’invidia, pregò molto questo medico di bassa fortuna, suo collega, che gli volesse manifestar e segni, per