Pagina:Straparola - Le piacevoli notti II.djvu/116


— 104 —

padre, puntalmente gli narrorno il tutto. Il padre, inteso il sopradetto caso, senza indugio si spogliò le sue vestimenta: e andato alla riva del fiume, nell’acqua si gettò: e trasformatosi in un tuono, perseguitò il squallo ovunque nuotava per divorarlo. Il squallo, avedutosi del mordace tuono e temendo che non lo inghiottisse, s’accostò alla sponda del fiume; e fattosi in un preciosissimo robino, uscì fuori dell’acqua, e chetamente saltò nel canestro d’una damigella della figliuola del Re, la quale per suo diporto nel lito raccoglieva certe pietruzze: e tra queste si nascose. Tornata la damigella a casa, e tratte fuori le pietruzze del canestro, Violante, unica figliuola del Re, vidde l’anello: e preso, se lo pose in dito, e tennelo molto caro. Venuta la notte, e andatasene Violante a riposare, tenendo tuttavia l’anello in dito, l’anello si trasmutò in un vago giovanetto; il quale, messa la mano sopra il candido petto di Violante, trovò due popoline ritondette e sode. Ed ella, che ancora non s’era addormentata, si smarrì, e volse gridare. Ma il giovane, posta la mano sopra la bocca, di odor piena, non la lasciò gridare; e messosi in genocchione, le chiese mercè: pregandola che gli porgesse aiuto, perciò che non era ivi venuto per contaminare la sua casta mente, ma da necessità costretto; e raccontòle chi egli era, la causa perchè era venuto, e come e da chi era perseguitato. Violante, per le parole del giovane assicurata alquanto, e per la lampede, che era nella camera accesa, veggendolo leggiadro e riguardevole, si mosse a pietà; e disse: Giovane, grande è stata l’arroganzia tua a venir là dove non eri chiamato, e maggiore a toccar quello che non ti conveneva. Ma poscia ch’io intesi le sciagure a pieno da te raccontate, io, ch’io non sono di marmo nè ho il cuore di diamante, mi accingo e preparo a darti ogni possi-