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faceva. Avenne che in quell’ora Lattanzio si trovava in fiera; e veduto il cavallo, e conosciutolo esser sopra naturale, andò a casa: e trasformatosi in un mercatante, prese gran quantità di denari, ed in fiera ritornò. E avicinatosi al cavallo, espressamente conobbe quello esser Dionigi; e addimandato il patrone, se vender lo voleva, fulli risposo che sì. E fatti molti ragionamenti, il mercatante gli offerse dare fiorini ducento d’oro. Il patrone del prezio s’accontentò, con patto però che non intendeva che nel mercato fosse la briglia. Il mercatante tanto con parole e con danari fece, che ebbe anche la briglia, e menollo al proprio alloggiamento: e messolo in stalla, e strettamente legato, aspramente il bastonava; e questo ordine teneva e mattino e sera, di modo che ’l cavallo era venuto sì distrutto, che era una compassione a vederlo. Aveva Lattanzio due figliuole: le quali, vedendo la crudeltà de l’impio padre, si mossero a pietà; ed ogni dì andavano alla stalla, ed il cavallo accarezzavano, facendogli mille vezzi. E tra le altre una volta lo presero per lo capestro, e lo menorono al fiume per dargli da bere. Giunto il cavallo al fiume, subito nell’acqua si lanciò; e trasformatosi nel pesce squallo, s’attuffò nell’onde. Le figliuole, veduto il strano ed inopinato caso, si smarrirono; e ritornate a casa si misero dirottamente a piagnere, battendosi il petto e squarciandosi e biondi capelli. Non stette molto che Lattanzio venne a casa; e gitosene alla stalla per dar delle busse al cavallo, quello non trovò. Ma acceso di subita ira, e andato su dove erano le figliuole, vidde quelle dirottamente piagnere; e senza addimandarle la causa delle lagrime loro, perciò che s’avedeva dell’error suo, disse: Figliuole mie, senza timore dite presto quello è intravenuto del cavallo, che noi li provederemo. Le figliuole, assecurate dal