ne andorono ambiduoi a riposare. Quanto questo fusse noioso a maestro Tiberio, il lascio considerare a voi che provati avete i fieri colpi d’amore, e massimamente sentendo il marito pascersi di quel cibo che egli si focosamente bramava, e vedendosi per giunta avere il danno e le beffe. Già l’aurora si cominciava dimostrare, ed a poco a poco vedevasi Apollo con e suoi ardenti rai uscir dalle maritime onde, quando maestro Chechino si levò di letto; e preparato gli stromenti e’ ferri suoi, voleva lavorare. Nè appena aveva incominciato, che sopraggiunsero due monache converse d’un monastero ivi vicino; e dissero: Maestro, la madre badessa nostra ci ha mandate qui a voi, pregandovi che ne debbiate dare il crocefisso che per l’addietro vi ordinò. Rispose maestro Chechino: Madre mie, dite alla madre badessa che ’l crocefisso è principiato, ma non ancora fornito: e tra duoi giorni al più sarà servita. Dissero le donne: Maestro mio, non abbiate a male; la madre nostra ne ha data espressa commissione che, fornito o disfornito, glielo portiamo; perciò che troppo lungamente l’avete tenuto. Maestro Chechino, fingendo moversi dall’importuno stimolo delle suori, come adirato, disse: Donne mie, entrate qua in camera, che lo vedrete principiato e non fornito. Entrate le suori in camera, disse maestro Chechino: Levate gli occhi a quell’armaio, e vedetelo: e consideratelo per voi stesse, se gli è a buoni termini, e se poco li manca ad esser fornito: e riferite alla madre badessa averlo veduto con li propri occhi. Le monache, levati gli occhi in su, videro il crocefisso; e con grandissima ammirazione dissero: maestro, come l’avete fatto somigliante al naturale! Egli veramente par vivo e di carne come noi. Certo che è bellissimo, e piacerà molto alla madre ed alle monache. Ma una