stro Tiberio, mio padre spirituale, ha mandati diversi messi a parlarmi: e ovunque mi vede, non pur mi saluta, ma mi persegue ragionandomi dietro; ed io per levarmi dalle spalle questa seccaggine non mi lascio più vedere, nè son donna più d’alzare gli occhi nè di comparere in luogo alcuno. — E tu, disse maestro Chechino, che cosa gli rispondi? — Nulla, rispose la moglie. — Tu t’hai portata da savia come sei; ma fa che quando egli più ti saluti e che ti dica cosa alcuna, tu prudentemente gli rispondi con quello onesto modo che convenevole ti parerà. Dopo raccontarammi quello che serà seguito. Essendo un giorno dopo desinare Savia in bottega, — perciò che maestro Chechino era andato per certi suoi negozii, — sopraggiunse maestro Tiberio; e vedendola sola in bottega, le disse: Buon giorno, madonna mia. Ed ella graziosamente gli rispose: Buon giorno ed il buon anno, padre mio. Maestro Tiberio, sentendosi rendere il saluto, il che più per l’adietro ella fatto non aveva, pensò avere addolcita la sua tanta durezza; e più focosamente di lei s’infiammò. Ed entrato in bottega, si mise amorevolmente a ragionare con lei; e stette più d’un’ora. Ma perchè temeva che maestro Chechino non ritornasse a casa, trovandola a ragionar seco, prese licenza: pregandola che lo dovesse confermare nella sua grazia, offerendosi pronto e parato ad ogni suo bisogno. Di che ella il ringraziò assai, ed a lui tutta s’offerse. Partito maestro Tiberio, sopraggiunse maestro Chechino; a cui ordinatamente raccontò quello era seguito. Disse maestro Chechino: Tu ti hai portata bene, e risposo da prudente. Ma ritornando a te un’altra volta, tu gli farai buona ciera, facendogli quelle accoglienze che oneste ti pareranno. E così di fare disse la moglie. Maestro Tiberio, che già aveva gustato e dolci ragio-