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che tu faccia impiccarmi insieme con Salardo, se non lo trovi innocente. Il Marchese, considerata la grandezza dell’amico Fransoe, fra se stesso pensò che senza certezza della innocenza sua egli non si ubbligarebbe ad essere suspeso con Salardo, e perciò disse che era contento che si soprastesse per un’ora: e non provando Fransoe lui esser innocente, s’apparecchiasse a ricevere la morte con esso lui. E, fattosi chiamare uno servente, gli ordinò che egli andasse al luoco della giustizia, imponendo per nome suo a’ ministri che più oltre non procedessero, e che Salardo, così legato e col capestro al collo, dal carnefice accompagnato, alla presenza sua fusse condotto. Giunto Salardo alla presenza del Marchese e veggendolo ancora nella faccia infiammato, fermò il suo altiero animo; e con asciutto viso ed aperto nè da parte alcuna turbato, così li disse: Signor mio, la servitù mia verso te e l’amore, che io ti porto, non aveva meritato l’oltraggio e la vergogna che mi hai fatta condannandomi a vituperevole ed ignominiosa morte. E, quantunque il sdegno preso per la mia gran follia, se follia dir si diè, voglia che tu contra tua natura in me incrudelisca, non però dovevi, senza udire la ragione, sì frettolosamente condannarmi a morte. Il falcone, per la cui pensata morte sei contra me focosamente adirato, vive ed è in quel stato che era prima; nè io lo presi per ucciderlo nè per oltraggiarti, ma per far più certa isperienza d’un mio celato oggetto: il quale ora ora ti sarà manifesto. E, chiamato Fransoe che ivi era presente, lo pregò che il falcone portasse e al caro e dolce suo patrone rendesse. E da principio sino alla fine li raccontò gli amorevoli comandamenti del padre e la contrafazione loro. Il Marchese, udite le parole di Salardo che uscivano dalle intime parti del cuore, e veduto il suo fal-