e nobile di Crema. A questa dolce ed onesta compagnia concorsero molti nobili e dottissimi uomini, tra, quai il Casal bolognese, vescovo e del re d’Inghilterra ambasciatore, il dotto Pietro Bembo, cavaliere del gran Maestro di Rodi, e Vangelista di Cittadini melanese, uomo di gran maneggio, il primo luoco appresso la Signora tenevano. Dopo costoro vi erano Bernardo Cappello, fra gli altri gran versificatore, l’amoroso Antonio Bembo, il domestico Benedetto Trivigiano, il faceto Antonio Molino detto Burchiella, il cerimonioso Ferier Beltramo, e molti altri gentiluomini; i cui nomi ad uno ad uno raccontare sarebbe noioso. Questi adunque tutti, overo la maggior parte di loro, quasi ogni sera a casa della signora Lucrezia si riducevano; ed ivi ora con amorose danze, ora con piacevoli ragionamenti ed ora con suoni e canti la intertenevano; e così quando in un modo e quando in un altro il volubile e fugace tempo passavano. Di che la gentil Signora con le savie damigelle sommo diletto n’apprendeva. Furono ancora tra loro sovente proposti alcuni problemi, de’ quai la Signora era sola difinitrice. E per ciò che oramai s’approssimavano i giorni ultimi di carnesale dedicati alle piacevolezze, la Signora a tutti comandò che sotto pena della disgrazia sua a concistorio la seguente sera ritornassero; acciò che divisar potessero il modo e l’ordine che avessero tra loro a tenere. Venute le tenebre della seguente notte, tutti secondo il comandamento a loro fatto vi vennero; e messisi tutti a sedere secondo i gradi loro, la Signora così a dire incominciò: Gentiluomini miei onorati molto, e voi piacevoli donne, noi siamo qui raunati secondo l’usato modo, per mettere regola a’ dolci e dilettevoli intertenimenti nostri, acciò che questo carnesale, di cui oggimai pochi giorni ci restano, possiamo pren-