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avenga che strologo non sia. Porta la cresta in vece di corona, e non è re; canta le ore, e non è prete. Appresso questo, ha gli sproni nelle calcagna, e non è cavaliere. Non ha moglie, e gli altrui figliuoli, che sono i pollicini, pasce. — Piacque a tutti la isposizione del prudente enimma: e massimamente al Capello; il quale disse: Signora Lodovica, Isabella vi ha renduto pane per schiacciata; perciò che poco fa con molta agevolezza voi dichiaraste il suo, ed ora ella ha dichiarato il vostro. E però l’una all’altra non arra invidia. Rispose la pronta Lodovica: Signor Bernardo, quando sarà il tempo, le renderò gnanf per gnaf. Ma acciochè non si moltiplicasse in parole, la Signora ordinò che ogni uno tacesse; e voltato il viso verso a Lionora, a cui l’ultimo ragionamento della presente notte toccava, le impose che donnescamente alla sua favola desse cominciamento; la quale vezzosamente così incominciò:
FAVOLA V.
Sono molti che con ogni loro studio e diligenza attentamente vanno cercando alcune cose, le quai, dopo che trovate le hanno, non vorrebbero averle trovate: anzi, sì come il demonio l’acqua santa, le fuggono a più potere. Il che avenne a Flamminio; il quale, cercando la morte, trovò la vita, che gli fè’ vedere la paura e la morte provare: sì come per la presente favola poterete intendere.