che la ritroveranno; perciò che dalle parti nostre non è molto lontana. E detto questo, si partì. Ritornati Acquirino e Fluvio a casa, Serena, fattasi all’incontro, li pregò che per amor suo dovessino con ogni sollecitudine cercare che la avesse di questa preciosa acqua che balla. Fluvio ed Acquirino, facendosene beffe, ricusavano di andare, perciò che non sapevano dove che tal cosa si trovasse. Ma pur, astretti dalle umili preghiere della diletta sorella, presero un’ampolla, ed insieme si partirono. Avevano i duo fratelli più miglia cavalcato, quando giunsero ad uno chiaro e vivo fonte, dove una candida colomba si rinfrescava. La quale, messo giù ogni spavento, disse! giovanetti, che andate voi cercando? A cui Fluvio rispose: Noi cerchiamo quella preciosa acqua, la quale, come si dice, balla. — Oh miserelli! disse la colomba, e chi vi manda a torre tal acqua? A cui rispose Fluvio: Una nostra sorella. Disse allora la colomba: Certo voi ve n’andate alla morte; perciò che vi si trovano molti velenosi animali che, vedendovi, subito vi divoreranno. Ma lasciate questo carico a me, che io sicuramente ve ne porterò. E presa l’ampolla che i giovanetti avevano, ed annodatala sotto l’ala destra, si alzò a volo; ed andatasene là dove era la delicata acqua, ed empiuta l’ampolla, ritornò alli giovani, che con sommo desiderio l’aspettavano. Ricevuta l’acqua, e rese le debite grazie alla colomba, e giovani ritornorono a casa, ed a Serena sua sorella l’acqua appresentorono: imponendole espressamente che più non gli comandasse cotai servigi, perciò che erano stati in pericolo di morte. Ma non passaro molti dì, che ’l re da capo vide i giovanetti; a’ quai disse: E perchè, avendo voi accettato lo invito, non veneste ne’ passati giorni a desinare con esso noi? A cui riverente-