duti i fanciulli, graziosamente gli ricevette; e non altrimenti che se fussero del suo corpo nati, li nudrì. A l’uno de’ quai puose nome Acquirino, all’altro Flavio, per esser sta’ ritrovati nelle acque: ed alla bambina, Serena. Ancilotto re stavasi allegro, sempre pensando di trovare al suo ritorno tre belli figliuoli; ma la cosa non gli avenne sì come ei pensava: perciò che l’astuta madre del re, tantosto che s’accorse il figliuolo al palazzo avicinarsi, gli andò incontro, e dissegli la sua cara moglie, in vece di tre figliuoli, tre bottoli cani aver parturito. E menatolo nella camera dove la addolorata moglie per lo parto giaceva, gli dimostrò e cagnolini che al lato teneva. Ed avenga che la reina dirottamente piangesse, negando tuttavia averli parturiti, nientedimeno l’invidiose sorelle confermavano esser il vero tutto quello che aveva detto la vecchia madre. Il che udendo, il re molto si turbò, e quasi da dolore in terra cadde; ma poscia ch’egli rinvenne alquanto, stette gran pezza tra il sì e ’l no suspeso, ed al fine diede piena fede alle parole materne. E per che la misera reina era pazientissima, e con forte animo sofferiva la corteggiana invidia, venne al re pietà di farla morire; ma comandò che fusse posta sotto il luoco dove si lavano le pentole e le scutelle, e che per suo cibo fussero le immondizie e le carogne che giù della fetente e sozza scaffa cadevano. Mentre che l’infelice reina dimorò in quel puzzolente luogo nudrendosi d’immondizie, Gordiana, moglie di Marmiato monaio, parturì un figliuolo, al quale puose nome Borghino; e quello con li tre amorevolmente allevò. Aveva Gordiana per sua usanza ogni mese di troncare agli tre fanciulli gli annodati e lunghi capelli: dai quali molte preziose gioie, e grosse e bianche perle cadevano. Il