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vita miseramente finirono. Appresso questo, le tre figliuole del vecchiarello orrevolmente furono maritate; e Ferrandino Re con la sua Biancabella e Samaritana lungamente visse, lasciando dopo sè eredi legittimi nel regno.

Aveva la favola di Lauretta più volte commosse le compagne a lagrimare; ma essendo quella già compiuta, la Signora le impose che il cominciato ordine seguisse, ed il suo enimma proponesse. Ed ella, non aspettando altro comandamento dalla Signora, così graziosamente disse.

Passa per mezzo d’un fiorito prato
     Una superba e cruda damigella.
La coda ha piana, il capo rilevato;
     Veloce è ne l’andar e molto snella.
Ha l’occhio acuto e ’l tocco poco grato;
     Qua e là move la lingua, e non favella!
Lunga e sottil è molto e berettina:
     Ben è saggio colui che l’indivina.

Attentamente tutti stettero ad ascoltare lo arguto enimma della festevole Lauretta; la quale, vedendo quello rimanere irressolubile, disse: Donne mie care, per non tenervi a bada e per non fastidir le menti vostre già tutte turbate per la compassionevole favola da me raccontata, dirovvi, se vi è in piacere, con brevità la resoluzione. La damigella altro non è se non la biscia, la quale, andando per i prati col capo erto e con la coda bassa, paventa con l’acuto occhio tutti che la vedono. Ognuno si maravigliò forte che nella compagnia non si trovasse alcuno che sapesse risolver lo enimma da Lauretta risolto. Ma andatasene al suo luogo a sedere, la Signora fece