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padre, sommamente il pregò che per lei comperare lo volesse, perciò che, vedendolo sì leggiadro e bello, era di esso fieramente invaghita. Il padre per sodisfacimento della figliuola che teneramente amava, mandò uno de’ baroni a dimandare il giovane, se gli aggradiva a contanti vender il cavallo, imponendoli convenevole pregio: perciò che l’unica figliuola del Re è di quello fieramente innamorata. Il giovane li rispose non esservi cosa sì pregiata e degna, che pagare il potesse: e dimandolli maggior quantità di danari che non valeva il paterno regno. Il Re, inteso l’immoderato pregio, chiamò la figliuola, e dissele: Figliuola mia, per uno cavallo e per contentamento tuo, del regno privare non mi voglio; però abbi pazienza, e vivi allegramente, che di uno altro più bello e migliore provederemo noi. Ma Bellisandra, più accendendosi dell’amor del cavallo, maggiormente il padre pregava che di quello la contentasse: costa e vaglia ciò che vuole. Dopo molti preghi, vedendo la figliuola non poter commovere il padre che in ciò la compiacesse, partitasi da lui ed andatasi alla madre, come disperata, quasi morta nelle braccia della madre cadde. La pietosa madre, veduta la figliuola di color smarrita, dolcemente la confortò, pregandola che rammaricare non si dovesse: che, partito che fusse il Re, ambedue anderebbeno al giovanetto, e mercarebbero il cavallo: e forse, per esser donne, ne averemo miglior mercato. La figliuola, udite le dolci parole della diletta madre, alquanto si raddolcì; e partito che fu il Re, la madre per un messaggiero tostamente mandò a dire al giovane che venisse al palazzo ed insieme menasse il suo cavallo. Il quale, intesa l’imbasciata, molto si rallegrò, e alla corte se n’andò; ed addimandatoli dalla madre quanto pregiava il suo cavallo,