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tutto suspeso e stupefatto rimase, non sapendo come in seno venuto gli fusse. Luciana, vedendo allora tal cosa, disse: Signor mio, noi vi abbiamo carezzato e onorato molto, facendovi quelle accoglienze ed onori che degnamente meritate; e voi, in guidardone delle accoglienze, senza saputa nostra ne involate del giardino i frutti. Molto mi pare che verso di noi grande ingratitudine mostrate. Il Re, che di ciò era innocente, molto si affaticava in farle credere che egli il pomo involato non avesse. Luciana, veggendo che omai era convenevole tempo di scoprirsi e dare a conoscere al padre l’innocenza sua, con viso lagrimoso disse: Signor mio, sappiate ch’io sono quella Luciana, la quale infelicemente generaste e con Pietro pazzo e col fanciullo a morte crudelmente dannaste. Io sono quella Luciana vostra unica figliuola, la quale senza aver conosciuto uomo alcuno pregna trovaste. Quest’è il fanciullo innocentissimo senza peccato da me conceputo — e appresentogli il fanciullo. — Quest’altro è Pietro pazzo: il quale, per virtù d’un pesce chiamato tonno, sapientissimo divenuto, fabricò l’alto e superbo palazzo. Costui fu quello che, senza che voi ve n’avedeste, vi puose il pomo d’oro in seno. Costui fu quello di cui non con stretti congiungimenti, ma con incantesimi gravida divenni. E sì come voi dell’involato pomo d’oro siete innocente, così parimente della gravedanza io ne fui innocentissima. Allora tutti d’allegrezza piangendo si abbracciorono insieme, e gran festa si fecero. E passati alcuni dì, montorono in nave, ed a Capraia ritornorono: dove fu fatta grandissima festa e trionfo. Ed il Re fece a Pietro Luciana sposare; e come suo genero il pose in tal stato, ch’egli onoratamente ed in consolazione lungo tempo visse.