su per le scale, si puose dietro un uscio del palazzo, che appena d’alcuno poteva esser veduto. Essendosi adunque tutti appresentati al Re, e dopo messisi a sedere, il Re comandò che ’l bimbo in sala fusse portato: pensando che, ivi ritrovandosi il padre, le viscere paterne si commoverebbono. La balia prese il fanciullo in braccio ed in sala lo portò: dove tutti lo accarezzavano, dandogli chi un frutto chi un fiore e chi l’una e chi l’altra cosa; ma il bambino tutti con mano li ricusava. La balia, ch’or quinci or quindi passeggiava per la sala, una volta verso l’uscio del palazzo trascorse; e subito il fanciullo ridendo con la testa e con tutta la persona si fieramente si piegò, che quasi uscì fuori delle braccia della balia. Ma ella non avedendosi di cosa alcuna, scorreva per tutto. Ritornata la balia da capo a l’uscio, il fanciullo faceva la maggior festa in quel luogo del mondo, sempre ridendo e dimostrando l’uscio col dito. Il Re, che già si accorgeva de gli atti che faceva il fanciullo, chiamò la balia ed addimandolla, chi era dietro l’uscio. La balia, che altro non pensava, rispose esservi un mendico. Onde fattolo chiamare e venire alla sua presenza, conobbe il Re che egli era Pietro pazzo. Il fanciullo, che gli era vicino, aperte le braccia, se gli aventò al collo e strettamente lo abbracciò. Il che vedendo il Re, doglia sopra doglia li crebbe: e data buona licenza a tutta la brigata, deliberò che Pietro con la figliuola e con il bambino al tutto morisse. Ma la Reina, che prudentissima era, molto saviamente considerò che, se costoro nel cospetto del Re fossero decapitati ed arsi, gli sarebbe non picciolo vituperio e scorno. E però persuase al Re che ordinasse una botte, la maggior che far si potesse, e tutta tre dentro rinchiusi, la botte nel mare gittasse: lasciandogli,