ti sarà di sommo scontento. E tutta allegra Silvia li richiese infinite cose, che malagevol cosa sarebbe raccontarle a punto a punto. Ed il Demonio senza dimoranza alcuna la sfrenata voglia della moglie affatto adempì. Non passorono molti mesi, che le donne cominciorono far nuove guise de abiti, di quali Silvia vedeasi priva. E perchè ella non poteva comparere tra le altre donne che avevano foggie sopra foggie, ancor ch’ella fusse riccamente vestita e di molte gioie oltre modo addobbata, molto sospesa e di trista voglia si stava, nè dire cosa alcuna al marito ardiva, perciò che già due volte egli l’aveva accontentata di tutto quello che addimandare si poteva. Pur il Demonio, veggendola stare sì malinconiosa e sapendo la causa, ma fingendo di non saperla, disse: Che ti senti tu, Silvia mia, che sì trista e sì di mala voglia ti veggio? A cui arditamente Silvia rispose: Non debbo io contristarmi e star di mala voglia? Senza abiti che oggidì usano le donne mi trovo, nè posso comparer tra l’altre donne, che derisa e beffata non sia. Il che a l’uno e l’altro di noi è vituperevole molto. E la servitù che ho con esso voi, essendovi sempre stata fedele e leale, non merita cotale ignominia e vergogna. Allora il Demonio, tutto d’ira acceso, disse: In che io mai mancato ti sono? Non ti ho già due fiate accontentata di tutto quello che addimandare si puole? Di che ti lamenti di me? Io non so più che farti. Io voglio accontentare il tuo disordinato appetito, e tanto lontano andaronne, che più di me non sentirai novella alcuna. E fattele molti drappi alla foggia che all’ora si usavano, e sodisfattala del tutto, da lei senza fuor commiato alcuno si partì, ed a Melfi se n’andò: e nel corpo del Duca entrato, oltre modo lo tormentava. Il povero Duca, dal malegno spi-