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e fatta la convenevole riverenza, alla sua favola in tal maniera diede principio.
FAVOLA IIII.
La leggerezza e poco senno che oggi si trova nella maggior parte delle donne, parlando tuttavia di quelle che senza considerazione alcuna si lasciano abbarbagliare gli occhi dell’intelletto e cercano di adempire ogni suo sfrenato desiderio, mi dà cagione che io racconti a questa orrevole compagnia una favola non più per lo adietro intesa: la quale, quantunque breve e mal composta sia, pur spero darà alcuno ammaestramento a voi donne di non essere così moleste nell’avenire a’ mariti vostri, come siete state fin’ora. E se io sarò mordace, non accusate me che a tutte voi minimo servitore sono, ma incolpate la Signora nostra che mi ha lasciata la briglia che io possi, sì come ancor voi udito avete , raccontare quello che più m’aggrada.
Già gran tempo fa, graziose donne, che, avendo il Demonio presentite le gravi querele che facevano i mariti contra le loro mogli, determinò di maritarsi. E presa la forma d’un leggiadro e polito giovane e de’ denari e de’ poderi accomodato molto, Pangrazio Stornello per nome si fece chiamare. E sparsa la