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omicida di colui che l’onor tor ti volesse. Teodosia, che attentamente ascoltava le parole di Carlo, senza altro indugio rispondendo così disse: Carlo, rimoviti da cotesto pertinace volere; perciò che per moglie mai non sei per avermi, perchè la mia virginità offersi a colui che ’l tutto vede e regge. E quantunque a mio mal grado con violenza il corpo mio macchiasti, non però la ben disposta mente, la quale dal principio del mio nascimento al mio fattor donai, contaminar potresti. Iddio ti diede il libero arbitrio, acciò tu conoscesti il bene e il male, e operasti quello che più ti aggrada. Segui adunque il bene, che sarai detto virtuoso, e lascia il contrario, che è detto vizioso. Carlo, dopo che vide nulla giovare le sue lusinghe, e sentendosi rifiutare, nè potendo più far resistenza alla fiamma che gli abbrusciava il cuore, come giovane più furibondo che prima, lasciate le parole da canto, l’uscio, il quale non molto forte nè molto sicuro era, con poca difficultà ad ogni suo buon piacere aperse. Entrato adunque Carlo nella piccioletta cucina, e veggendo la damigella piena di grazia e d’incomprensibile bellezza, dell’amor suo più furiosamente imfiammato, pensò ogni suo disordinato appetito allora del tutto adempire: e se le aventò addosso, non altrimenti che volonteroso ed affamato veltro alla timidetta lepre. Ma la misera Teodosia, avendo li biondi capei sparsi dopo le spalle, ed essendo tenuta stretta nel collo, divenne pallida e debole, di modo che quasi più movere non si poteva. Laonde ella levò la mente al cielo, ed a Iddio dimandò soccorso. Appena era fornita la mentale orazione, che Teodosia miracolosamente sparve, ed a Carlo Iddio sì fortemente abbarbagliò il lume dell’intelletto, che più cosa buona non conoscea, e credendo egli di toccar la