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FAVOLA II.

Duo fratelli soldati prendono due sorelle per mogli; l’uno accareccia la sua, ed ella fa contra il comandamento del marito; l’altro minaccia la sua, ed ella fa quanto egli le comanda; l’uno addimanda il modo di far che gli ubidisca; l’altro gli lo insegna. Egli la minaccia, ed ella se ne ride; e alfine il marito rimane schernito.

Il savio e aveduto medico, quando vede una infermità doversi causare in alcun corpo umano, a conservazione sua prende quelli rimedii che li paiono migliori: non aspettando l’infermità sopravenga; e perciò che la piaga recente con agevolezza maggiore si sana che non si fa la vecchia. Cosí parimenti — mi perdonarete, donne, — debbe fare il marito, quando prende moglie: ciò è non lasciarla aver balía sopra di lui, acciò che, volendole poi provedere, non possi, ma l’accompagni fino alla morte: sí come avenne ad un soldato, il quale, volendo castigar la moglie, e avendo troppo tardato, pazientemente sopportò fino alla morte ogni suo diffetto.

Furon — non molto tempo fa — in Corneto, castello di Roma nel patrimonio di santo Pietro, duoi fratelli giurati, i quali non altrimenti s’amavano, che se di uno istesso ventre nati fossero: l’uno di quali chiamavasi Pisardo, l’altro Silverio: ed ambidue facevano l’arte del soldato, ed avevano stipendio dal papa. Ed avenga che l’amor tra loro fusse grande, non però abitavano insieme. Silverio, che era minore di età, non avendo governo, prese per moglie una figliuola d’un sarto, Spinella chiamata: giovane bella e vaga, ma di cervello gagliarda molto. Fatte le nozze, e menata la moglie a casa, Silverio della lei bellezza sí fattamente s’accese, che li pareva non poterle dar parangone; e le compiaceva di tutto quello che