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FAVOLA V.

Tre fratelli poveri andando pel mondo divennero molto ricchi.

Io ho sentito dire che lo ’ngegno supera le forze, e che non è cosa al mondo sí ardua e sí difficile, che l’uomo col suo ingegno non la consequisca. Il che dimostrerovvi con una brevissima favola, se attenti mi ascolterete.

Trovavasi in questa alma città un povero uomo che aveva tre figliuoli; e per la troppa sua povertà non aveva modo di nodrirli e sostentarli. Per il che gli figliuoli, astretti dal bisogno, vedendo la grande inopia del padre, e considerando le picciole e deboli forze di quello, fatto consiglio tra loro, deliberorono di alleggierire il carico del padre suo, e andar pel mondo vagando col bastone e la tasca, per cercar di guadagnarsi alcuna cosa, onde potessero sostentar la vita loro. Per tanto, inginocchiatisi avanti il padre, gli addimandarono licenzia di andarsi procacciando qualche guadagno: promettendogli che, passati dieci anni, ritornerebbono nella patria. E partendosi con tal desiderio, poichè furono giunti a certo luogo che parve loro, si partirono l’uno da l’altro. E il maggiore per sua ventura andò in campo de soldati che erano alla guerra, e accordossi per servo con un capo di colonello: e in poco spazio di tempo divenne perito nell’arte della milizia, e fecesi valente soldato e valoroso combattitore, di modo che teneva il principato tra gli altri; ed era tanto agile e destro, che, con duo pugnali, pel muro ascendeva ogni alta rocca. IL secondo arrivò ad un certo porto, dove si fabricavano navi; e accostossi ad uno di quei maestri da navi, il quale era eccellente in quell’arte: e in breve tempo fece gran profitto, sí che non aveva pari a lui,