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favola terza 47

di andare personalmente a lui e dimostrargli le sue virtú. E andatosene al palazzo di San Pietro, dove il papa faceva la residenza, trovò nella prima entrata un camariere assai robusto, con barba nera e folta; il qual gli disse: — E dove vai tu? — E postali la mano nel petto, lo ribattè in dietro. Cimarosto, vedendo la turbata ciera del cameriere, con umil voce disse: — Deh, fratello mio, non m’impedir l’entrata, perciò che ho da ragionar col papa cose importantissime. —- Disse il cameriere: — Parteti di qua per lo tuo meglio; se non, tu troverai cose che non ti piaceranno. — Cimarosto pur instava d’entrare, affermando tuttavia di aver cose importantissime da ragionare. Intendendo il camariere la cosa esser di molta importanza, pensò tra sè ch’egli dovesse dal papa esser sommamente guidardonato; e pattiggiò con lui, se libera l’entrata voleva. E la lor convenzione fu questa, che ’l Cimarosto desse al cameriere nel suo ritorno dal papa la metà di quello che gli fia concesso. Il che di fare Cimarosto largamente promise. Ed andato piú oltre, Cimarosto entrò nella seconda camera, alla cui custodia dimorava un giovane assai mansueto; il quale, levatosi da sedere, ci li fe’23 incontro, e disse: — Che addimandi tu, compagnone? — A cui rispose Cimarosto: — Io vorrei parlar col papa. — Disse il giovane: — Ora non se gli può parlare, perciò che ad altri negozii egli è occupato: e sallo Iddio quando fia il tempo comodo di poterli parlare. — Disse Cimarosto: Deh, non mi tener a bada; perciò che troppo sono importanti le cose che raccontargli intendo. — Il giovane, udite cotai parole, pensò quello istesso che l’altro camariere imaginato s’aveva; e dissegli: — Se tu vuoi entrare, voglio la metà di tutto quello che il papa ti concederà. — Il che di fare Cimarosto liberamente rispose.

Entrato adunque Cimarosto nella sontuosa camera del papa, vidde un vescovo tedesco, che stava discosto dal papa in un cantone; ed accostatosi a lui, si mise seco a ragionare. Il vescovo, che non aveva l’italiano idioma, ora tedesco ora latino parlava; e Cimarosto, fingendo di parlar tedesco, sí come e buffoni fanno, ciò che in bocca gli venea, respondeva. E di tal maniera erano le loro parole, che nè l’uno nè l’altro non