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FAVOLA I.

Ortodosio Simeoni, mercatante e nobile fiorentino19, vassene in fiandra, e di Argentina corteggiana innamoratosi, della propria moglie piú non si ricorda: ma la moglie, per incantesmi in Fiandra condotta, gravida del marito a Firenze ritorna.

Lungo sarebbe il raccontare quanto e qual sia l’amore che porta la moglie al marito, massimamente quando ella ha uomo a sodisfacimento di se stessa trovato. Ma pel contrario non è odio maggiore di quello della donna, quando ella si trova in podestà di marito che poco l’aggrada; perciò che, sí come scriveno e savi, la donna o sommamente ama o sommamente odia. Il che agevolmente potrete comprendere, se alla favola, che ora raccontar v’intendo, benigna audienza prestarete.

Fu adunque, valorose donne, un mercatante nominato Ortodosio Simeoni, nobile firentino, il quale aveva una donna per moglie Isabella chiamata, vaga d’aspetto, gentile di costumi e di vita assai religiosa e santa. Ortodosio, desideroso di mercatantare, prese licenzia da’ parenti suoi, e non senza grandissimo cordoglio della moglie, di Firenze si partí, e con le sue merci in Fiandra se n’andò. Avenne che Ortodosio per sua buona, anzi malvagia sorte, prese una casa a pigione a dirimpetto d’una corteggiana nomata Argentina; del cui amore sí fieramente s’accese, che non che d’Isabella, ma di se stesso piú non si ricordava. Erano già trascorsi cinque anni che Isabella non aveva udita novella alcuna di suo marito, se vivo o morto fosse, dove si trovasse. Di che ella ne sentiva la maggior passione che mai donna sentisse; e parevale che a tutte ore l’anima le fusse tratta fuori del cuore. La miserella, sendo religiosa e tutta dedita al divino culto, per sua divozione ogni dí se n’andava alla chiesa dell’Annunciata di Firenze; ed ivi, postasi in genocchioni, con calde lagrime e pietosi sospiri che