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favola quarta 27


Avenne che nel monasterio trovavansi tre donne, tra’ quai nacque grandissima differenza, qual di loro dovesse esser badessa; perciò che ciascaduna di loro era molto favoreggiata dalle suore, e riputavasi per assai rispetti alle altre superiore; e però ciascaduna di loro desiderava esser badessa. Mentre che le monache si preparavano di far la elezzione della nuova badessa, si levò in piedi una delle tre donne, suor Veneranda chiamata; e voltatasi alle suore, cosí disse: — Sorelle e figliuole da me amate molto, voi chiaramente potete comprendere con quanta amorevolezza io sempre abbia a cotesto monastero servito, che già ne sono venuta vecchia, anzi decrepita. Onde per la lunga servitú mia e per l’età, mi parrebbe convenevole che io fosse18 per vostro capo eletta. E se non vi muoveno ad eleggermi le fatiche sostenute e le vigilie fatte nella gioventú mia, muovevi almeno la vecchiezza, la quale dee esser sopra ogni cosa sommamente onorata. Voi vedete che poco mi resta a fornire il tempo di mia vita; considerate che tosto darò luogo ad un’altra. E però, figliuole mie, mi darete questa breve allegrezza, riducendovi a memoria e buoni consigli che sempre vi ho dati. — E dette queste parole, lagrimando tacque. Finito che ebbe suor Veneranda di parlare, levossi in piedi suor Modestia, di età seconda; e in tal maniera disse: — Madri e sorelle mie, voi avete apertamente udita e chiaramente intesa la proposta di suor Veneranda; la quale avenga che sia la piú attempata di alcuna di noi altre, non però per mio giudicio la dovete eleggere in vostra badessa, perciò che ella è oggimai di tal età, che piú della scempia che della savia tiene, e piú tosto dovrebbe esser retta d’altrui, che essa noi altre reggere. Ma se voi con maturo giudizio considerarete la grandezza e la dependenzia mia, e di che legnaggio nata sia, certamente per debito di conscienzia alcun’altra che me non farete badessa. Il monasterio, sí come ciascaduna di voi può sapere, è molto vessato da liti ed ha bisogno di favori. Ma qual favor maggiore potrebbe il monasterio nelle sue occorrenzie avere, che quello di parenti miei? I quali, essendo io capo vostro, porrebbono la vita non che la robba per quello. Appena non