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favola terza 23

piú egli participava del calor del fuoco, tanto piú s’accendeva il sangue e cresceva la smania. Stando una tra l’altre sere Panfilio al fuoco, e con somma dolcezza grattandosi la rogna, venne uno amante della madre, ed in presenzia del figliuolo stette gran pezza con esso lei in amorosi ragionamenti. Il meschinello, oltra la noia della infetta scabbia che fieramente lo premeva, di veder la madre con lui molto s’attristava. Partitosi l’amante, Panfilio, grattandosi tuttavia la rogna, alla madre disse: — Madre, altre volte io vi essortai che doveste reffrenare cotesta mala e disonesta vita, la qual parturisse e a voi vergogna ria, e a me, che vi sono figliuolo, danno non picciolo; ma voi, come donna impudica, avete chiuse le orecchie, volendo piuttosto contentare gli appetiti vostri, che attender a gli consigli miei. Deh! madre mia! lasciate ormai questa ignominiosa vita, cessate da sí grave scorno, conservate l’onor vostro nè vogliate esser causa della morte mia. Non vi avedete che la morte vi è sempre da canto? Non udite quello che di voi si ragiona? — E cosí dicendo di continuo si grattava la rogna. Polissena, udendo Panfilio suo figliuolo sí grandemente dolersi, immaginossi farli una burla, acciò che piú non si ramaricasse di lei; e la burla le successe sí come ella bramava ed era il desiderio suo. E voltatasi con allegro viso verso il figliuolo, disse: — Panfilio, tu ti duoli e contristi di me, che io tengo mala vita; io il confesso, e tu fai quello che dee far un buon figliuolo. Ma se tu sei cosí desideroso dell’onor mio, come tu dici, tu mi contentarai d’una sola cosa, ed io all’incontro ti prometto di mettermi nelle tue mani, e lasciare ogni amatore, e tenere buona e santa vita; ma non contentandomi, tieni per certo che tu non arrai il desiderio tuo, ed io mi darò a peggior vita che prima. — Il figliuolo, che desiderava piú che ogni altra cosa l’onor materno, disse: — Comandate, madre, che se ben voleste che io mi gettasse nel fuoco ed ivi m’abbrusciasse, io per amor vostro il farei volentieri, mentre che voi non incorriate piú nel vizio, in cui fin’ora siete incorsa. — Guarda, — disse la madre, — e considera bene sopra quello che io ti dirò, che se tu intieramente l’osserverai, arrai l’intento