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nota 239
XVI. Venezia, Daniel Zanetti, 1590.
XVII. » » » 1597.
XVIII » » » 1598.
XIX. » Alessandro de’ Vecchi, 1599.
XX. » Daniel Zanetti, 1601.
XXI. » Zanetto Zanetti, 1604.
XXII. » Alberti» 1604.
XXIII. » Daniel Zanetti, 1607.
XXIV. » Zanetto Zanetti, 1608.
XXV. » » » 1613.
XXVI. Bologna, Romagnoli Dall’Acqua, volumi due, 1898-1908, a cura di G. Rua.

Nella prefazione a quest’ultima edizione diedi notizia alquanto diffusa delle varie modificazioni che furono introdotte nel testo e nel complesso delle P. N. nelle loro successive edizioni. Furono dapprima, cioè nelle ediz. 1556, 1557, 1558 e in qualche altra in seguito, soltanto modificazioni del testo intese generalmente a sostituire nella trascrizione forme piú moderne e letterarie a forme antiquate e dialettali; ma giá nelle edizioni ’56 e ’58 (e in seguito nelle posteriori) si nota un’alterazione, a cosí dire, sostanziale. Nelle edizioni 1553 e 1554 la novella VIII, 3 svolgeva questo argomento: Frate Tiberio Pallavicino apostata, poi fatto prete secolare e maestro in teologia, anta la moglie di maestro Chechino intagliatore; ella col cotisenso del marito in casa l’introduce: e trovato da lui, con una ignominiosa beffa fuori lo manda e da morte lo libera1; svolgeva cioè l’argomento che da due fabliaux si suole intitolare Le preist crucifié e Le preist teint. Lo Straparola pensò bene di sopprimerla, e vi sostituí le due altre brevi novelle che nella presente edizione (cosí come in quelle del ’56 e ’58) recano i numeri VIII, 3 e VIII, 4. — La censura, di cui pare

  1. La beffa consiste in ciò che, all’improvviso rincasar del marito, frate Tiberio si atteggia sopra un armadio in forma di crocifisso, sperando cosí di restare inosservato. Frattanto essendo sopraggiunte alcune monache per vedere appunto un crocifisso che maestro Chechino stava lavorando per loro, egli mostra il corpo del frate; e poiché esse si lagnano d’una cotal sua soverchia prominenza, il maestro s’appresta a tagliarla co’ suoi ferri: ma frate Tiberio non gliene lascia il tempo, ché, saltato giú dall’armadio, cosí nudo com’era, se ne fugge a rompicollo mentre le monache gridono al miracolo.