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18 notte sesta

mi trovo. — E chi fu colui che con tanta destrezza, senza che tu sentesti noja, ti trasse e testicoli? — Rispose Sandro: — Egli è morto. — Ma come si farà, — disse Castorio, — se egli è morto? — Rispose Sandro: — Quell’uomo da bene innanzi che morisse m’insegnò quest’arte, e dall’ora in qua ho cavato e testicoli a molti vitelli, poledri e altri animali, i quali sono venuti a maraviglia grassi; e se volete lasciare il carico a me, farò sí che vi partirete contento. — Ma dubito di morte, — disse Castorio. — Come di morte? — rispose Sandro. I vitelli, i poledri e gli altri animali, a’ quai trassi i testicoli, non sono per questo già morti. — Castorio, che era piú che ogni altro uomo desideroso di venir grasso, si lasciò consigliare. Sandro, vedendo il voler di Castorio fermo e saldo, ordinò che sopra la fresca erba subito si stendesse ed aprisse le gambe. Il che fatto, tolse un coltellino, che come rasoio tagliava, e presa la cassa di testicoli in mano e con oglio commune ben mollificata, destramente diede un taglio; e messe due dita nel luoco inciso, con tanta arte e con tanta destrezza gli cavò ambi i testicoli, che quasi non sentí dolore. E fattogli certo empiastro mollificativo con oglio e sugo d’erbe, il fece levar in piedi. Castorio, già fatto cappone anzi eunuco, mise mano alla borsa, e cinquanta fiorini li donò; e tolta licenza da lui, a casa fece ritorno. Non era ancor passata un’ora, che Castorio, fatto eunuco, incominciò sentire il maggior dolore e la maggior passione che mai uomo sentisse; nè poteva trovar riposo, perciò che di dí in dí aumentava il dolore, e la piaga s’immarciva, e rendeva un fetore, che chi s’approssimava a lui, sofferire non lo poteva. Il che venuto all’orecchi di Sandro, fortemente temette, e si pentí aver tal errore commesso, dubitando di morte. Castorio, vedendosi giunto a mal partito, oltre il dolore che avea, salí in tanto sdegno e furore, che voleva al tutto Sandro per uomo morto. E meglio che ei puote, accompagnato da duoi suoi servi, il trovò che cenava; e gli disse: — Sandro, tu hai fatta una gentil opera a farmi morire: ma innanzi ch’io moia, faretti sentire la pena del commesso fallo. — La causa,