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14 notte sesta

la comare; che io non mi moverò, nè farò cosa alcuna senza comandamento vostro. — Voltatosi allora messer Artilao verso la parte destra, fece alcuni segni in terra: indi alla sinistra ne fece alcuni in aria; e fingendo di parlar con molti, formava varie e strane voci di maniera che madonna Properzia si smarriva alquanto: ma messer lo compare, che di questo se n’avedeva, le dava animo, confortandola che non si smarrisse. Essendo il compare stato nel cerchio per spazio di mezzo quarto di ora, mandò fuori una voce che barbottava, e in tal guisa diceva.

     Quel ch’or non trovi e che cercando vai,
giace nel fondo della val pelosa;
ch’ivi la tien, chi l’ha perduta, ascosa.
Ma pesca ben, che tu la troverai.

Queste parole diedero a madonna Properzia non minor allegrezza che maraviglia. Finito che fu l’incanto, disse il compare: — Comare, voi avete udito il tutto: e le gioie che smarrite esser credete, sono in voi. State allegra e di buon animo, che troveremo il tutto. Ma fa bisogno ch’io le cerchi dove inteso avete. — La comare, che desiderava riaver le sue gioie, allegramente rispose: — Compare mio, intesi bene il tutto; non tardiate, ma con ogni diligenza cercate. — Messer Artilao, uscito fuori del cerchio ed andatosene al letto, si coricò appresso la comare, la qual non si mosse; e levatele i panni e la camiscia, cominciò pescare nella val pelosa; e trattosi, non avedendosi lei, nella prima tratta che egli fece, un anello di seno, gli lo porse, dicendo: — Vedete, comare mia, com’io ho ben pescato, che alla prima tratta presi il diamante! — La comare, veduto il diamante, molto s’allegrò; e disse: — O dolce mio compare, pescate ancora, che forse troverete l’altre gioie. — Il compare, seguendo virilmente la pescagione,10 ora trovava una gioia, ora l’altra, e finalmente col suo anzino11 trovò tutte le smarrite cose. Di che la comare molto paga e contenta rimase. Riavute tutte le sue care gioie, disse la comare: — O dolce mio compare, voi mi avete ricuperate tante cose; vedete