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160 notte undecima

le venne, e l’uccise. Indi andata al palazzo regale e veduti alcuni corteggiani, dissegli voler parlar col Re: il qual, inteso che era una gatta che parlar gli voleva, fecela venire alla presenza sua; e addimandatala che cosa richiedesse, rispose, che Costantino suo patrone gli mandava donare un lepore che preso aveva: e appresentollo al Re. Il re, accettato il dono, l’addimandò chi era questo Costantino. Rispose la gatta, lui esser uomo che di bontà, di bellezza e di potere non aveva superiore. Onde il re le fece assai accoglienze, dandole ben da mangiare e ben da bere. La gatta, quando fu ben satolla, con la sua zampetta con bel modo, non essendo d’alcuno veduta, empí la sua bisciaccia, che da lato teneva, d’alcuna buona vivanda; e tolta licenzia dal re, a Costantino portolle. I fratelli, vedendo i cibi, di quai Costantino trionfava, li chiesero che con loro i partecipasse: ma egli, rendendogli il contracambio, li denegava. Per il che tra loro nacque una ardente invidia, che di continovo rodeva loro il core.

Costantino, quantunque fusse bello di faccia, nondimeno, per lo patire ch’aveva fatto, era pieno di rogna e di tigna, che gli davano grandissima molestia; e andatosene con la sua gatta al fiume, fu da quella da capo a piedi diligentemente leccato e pettinato, e in pochi giorni rimase del tutto liberato. La gatta, come dicemmo di sopra, molto continoava con presenti il palazzo regale, e in tal guisa sostentava il suo patrone. E perchè oramai rincresceva alla gatta andar tanto su e giú, e dubitava di venire in fastidio alli corteggiani del re, disse al patrone: — Signor, se tu vuoi far quanto ti ordinerò, in breve tempo farotti ricco. — E in che modo? d— isse il patrone. Rispose la gatta: — Vieni meco, e non cercar altro, che sono io al tutto disposta di arricchirti. — E andatisi insieme al fiume, nel luoco ch’era vicino al palazzo regale, la gatta spogliò il patrone, e di commun concordio lo gettò nel fiume: dopo’ si mise ad alta voce gridare: — Aiuto, aiuto! correte che messer Costantino s’annega! — Il che sentendo il re e considerando che molte volte l’aveva appresentato, subito mandò le sue genti ad aiutarlo. Uscito di acqua messer Costantino e vestito di