Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. II, 1927 – BEIC 1930632.djvu/157


favola quarta 151

nello oscuro baratro infernale, ed insieme con noi tre sia tormentata di eterno supplicio. Il residuo veramente di tutti e miei beni, mobili ed immobili, presenti e futuri, in qualunque modo a me aspettanti ed appartinenti, lascio a Comodo e Torquato miei figliuoli legittimi e naturali, pregandoli che non vogliano far dire nè messa, nè salmo per l’anima mia, ma che attendino a giocare, puttaneggiare, armeggiare, e far tutte quelle cose che sono piú detestabili ed abbominevoli, acciò che la mia facoltà indebitamente acquistata vada in breve tempo in mal’ora, e gli figliuoli, per la perdita disperati, se stessi si sospengano per la gola. E questa voglio sia l’ultima mia volontà, e cosí voi tutti, testimoni e notaio, vi prego». — Scritto e publicato il testamento, messer Andrigetto volse la faccia verso il pariete; e tratto un mugito, che d’un toro parse, rese l’anima a Plutone, che sempre stava ad aspettarla. Ed in tal modo il tristo e scelerato Andrigetto, inconfesso ed impenitente, la lorda e scelerata sua vita finí. —