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favola quarta 149

E fatta l’invocazione del divino nome, e scritto il millesimo, il giorno, il mese e la indizione, sí come sogliono far i notai nell’instromenti, in tal modo scrivere incominciò: — Io Andrigetto di Valsabbia, sano della mente, ancor che languido del corpo, lascio l’anima mia al mio creator Iddio, al qual io rendo quelle grazie, che per me si puolono le maggiori, de’ tanti benefici quanti ho ricevuti. — Disse Andrigetto al notaio: — Che hai tu scritto? — Rispose il notaio: — Io scrissi sí e sí: — e gli lesse di parola in parola tutto quello che l’aveva scritto. Allora Andrigetto, di sdegno acceso, disse: — E chi ti ha comesso che tu scrivi cosí? perchè non attendi a quello che mi hai promesso? Scrivi a mio modo, in questa forma: — Io Andrigetto di Valsabbia, infermo del corpo e sano dell’intelletto, lascio l’anima mia al gran diavolo dell’inferno. — Il notaio ed i testimoni, udendo queste parole, rimasero fuori di sè, e presero maraviglia non piccola; e guardando fissamente nel viso del testatore, dissero: — Ah! messer Andrigetto, ove è ora il vostro ingegno, ove è ora il vostro sapere? Sete voi divenuto pazzo? Gli insensati ed i furiosi useno tai parole. Deh, non fate per l’amor che voi portate a Iddio, perciò che è contra l’anima e l’onor vostro, e vituperio di tutta la famiglia vostra. Gli uomini, che fino ora vi hanno riputato prudente e saggio, vi teneranno il piú trascurato, il piú perfido e il piú traditore che mai la natura creasse, perciò che, sprezzando voi il bene e l’utel vostro, molto maggiormente sprezzereste quello d’altrui. — Allora Andrigetto, infiammato come bragia di fuoco, disse al notaio: — Non ti dissi io che tu scrivesti com’io ti dissi? Non ti pagai oltre il devere, acciò che tu scrivesti quanto io diceva? — Rispose il notaio: — Signor sí! — Adunque, — disse il testatore, — nota e scrivi quello che ti dico, e non scrivere quello che non voglio. — Il notaio, che vorrebbe esser digiuno, vedendo il suo fiero proponimento e temendo che per sdegno non morisse, scrisse tutto quello che di sua bocca ordinò. Indi disse Andrigetto al notaio: — Scrivi: «Item lascio l’anima di Tonisto Raspante mio notaio al gran Satanasso, acciò che ella faccia compagnia alla mia, quando di qua si partirà». —