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favola terza 145

e alle sorelle di Cesarino, come era risuscitato. Il che molto le dispiacque: ma pur fingendo d’aver allegrezza, andorono al palazzo; e giunte al conspetto di Cesarino, la piaga gettò gran quantità di sangue. Di che elle si smarrirono, e pallide divennero. Il che veggendo, il re ebbe non poco sospetto contra loro; e fattele ritenere e mettere alla tortura, confessorono il tutto. Il re senza indugio le fece vive ardere, e Cesarino e Doratea a lungo tempo felicemente si goderono insieme, e lasciorono dopo sè figliuoli; e gli animali, finchè da natural morte morirono, furono con molta diligenza serviti. —