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favola terza 143


La madre e le sorelle di Cesarino, sentita la nova che egli era stato l’uccisor della fiera e liberator della puncella53 , e già averla in guidardone per moglie, deliberarono d’andar in Sicilia; e ascese in una nave, con prosperevol vento giunsero nel regno, dove con grande onore furono ricevute. Non stettero gran tempo queste donne nel regno, che si mosseno a tanta invidia contra Cesarino, che l’averebbono divorato. E crescendo di giorno in giorno l’odio maggiore, determinorono di darli celatamente la morte. E ravogliendo nel loro animo piú cose, al fine s’imaginorono di prender un osso, e farlo acuto, e venenar la punta, e ponerlo tra le linzuola e ’l letto con la punta in sú, acciò che Cesarino, andando a posare e gittandosi giú nel letto, come i giovani fanno, si pungesse e avenenasse; e senza indugio essequirono il malvaggio consiglio. Venuta l’ora di andar a dormire, Cesarino con la moglie andò in camera; e posti giú li drappi di dosso e la camiscia, gittossi sopra ’l letto, e diede del sinistro fianco sopra la punta de l’osso; e fu sí acerba la ferita, che per lo veneno subito s’enfiò, e andato il veneno al core, se ne morí. La donna, veggendo il suo marito morto, incominciò altamente gridare e dirottamente piagnere; al cui strepito corsero i corteggiani, e trovorono Cesarino di questa vita partito; e volgendolo e ravolgendolo, lo trovorono tutto enfio, e nero come corbo; onde giudicarono che da veneno fosse stato estinto. Il che intendendo, il re fece grandissima inquisizione; e nulla di certezza potendo avere, restò, e vestitosi di abito lugubre con la figliuola e la corte, ordinò che al corpo morto si desse solenne e pomposa sepoltura.

Mentre si preparavano le grandi e orrevoli essequie, la madre e le sorelle di Cesarino cominciorono fortemente a temere che ’l leone, l’orso e il lupo non le scoprisseno, udendo il suo patrone morto; e fatto consiglio tra loro, pensorono d’impiombargli l’orecchi; e si come s’imaginorono, cosí fecero. Ma al lupo non furono cosí ben impiombate l’orecchie; perciò che alquanto udiva da una orecchia. Essendo portato il corpo morto alla sepoltura, disse il lupo al leone e all’orso: