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favola terza 139

stesso nodriva. Vedendo la madre la preda grande che ’l figliuolo faceva, molto si maravigliò, e addimandollo, come ogni giorno prendesse tante fiere. Egli rispose: — Con gli animali che avete veduti; ma ben vi prego che questo ad alcuno non rivelate, acciò non rimanga di quelli privo. — Non passarono molti giorni, che la madre si trovò con una sua vicina, alla quale molto amore portava, sí perchè ella era donna da bene, sí anco perchè era serviciale e amorevole; e ragionando insieme di piú cose, disse la vicina: — Comare, come fa il figliuolo vostro a prender tante fiere? — E la vecchiarella le manifestò il tutto; e tolta licenza, ritornò a casa. Appena che partita s’era la buona vecchia dalla comare, che giunse il marito a casa; e fattasevi in contra con lieto viso, gli raccontò il tutto. Il marito, udendo questo, incontenenti andò a trovare Cesarino, e dissegli: — Figliuoccio mio, a questo modo vai tu alla caccia, nè mai chiamaresti un compagno teco? Questo non conviene all’amorevolezza ch’è tra noi. — Cesarino sorrise, nè volse darli risposta; ma senza prender congiato52 dalla vecchia madre e dalle dilette sorelle, con gli tre animali si partí, e alla buona ventura se n’andò.

E dopo lungo camino aggiunse ad uno solitario e inabitato luogo della Sicilia, dove era un eremitorio: e andatosene ivi, entrò, e non vedendo alcuno, con gli suoi animali si mise a posare. Non stette molto, che l’eremita tornò a casa; ed entrato dentro, vidde quelli animali, e smarrito, volse fuggire. Ma Cesarino, che de l’eremita s’aveva già aveduto, disse: — Padre, non temete, ma entrate sicuramente nella cella, perciò che questi animali sono sí domestici, che non vi oltreggieranno in modo alcuno. — Assicurossi l’eremita per le parole di Cesarino, ed entrò nella sua povera cella. Era Cesarino molto affannato per lo lungo camino che fatto aveva: e voltatosi verso l’eremita, disse: — Padre, arreste voi per avventura un poco di pane e di vino, acciò ch’io potesse riavere le perdute forze? — Sí bene, figliuol mio, — rispose lo eremita, — ma non di quella bontà, che forse tu vorresti. — E scorticate e smembrate le fiere che prese aveva, le pose in