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FAVOLA I.

Duo compari s’amano insieme. e l’uno e l’altro s’ingannano;
e finalmente fanno le mogli comuni.

Grandi sono l’astuzie e gli inganni che oggidí usano e miseri mortali; ma molto maggiori penso siano quelli, quando l’un compare tradisse l’altro. Dovendo adunque con una favola dar cominciamento a’ ragionamenti della presente notte, hommi imaginato di raccontarvi l’astuzia, l’inganno e il tradimento che fece l’un compare all’altro. E quantunque il primo ingannatore con mirabil arte ingannasse il compare, non però con minor astuzia, nè con minor ingegno si trovò esser gabbato da lui. Il che fiavi aperto, se benigna audienzia mi prestarete.

In Genova, città celebre ed antica, furon ne’ passati tempi duo compari: l’uno di quai chiamavasi messer Liberale Spinola, uomo assai ricco ma dedito a’ piaceri del mondo; l’altro, messer Artilao Sara, tutto dedito alla mercatanzia. Questi molto s’amavano insieme, e tanto era l’amore tra loro, che l’uno senza l’altro quasi non sapea vivere. E se occorreva bisogno alcuno, senza indugio e senza rispetto l’un dell’altro si prevaleva. E perchè messer Artilao era mercatante grosso, e faceva molte facende sí sue come d’altrui, deliberò di far un viaggio in Soria. E trovato messer Liberale, suo cordialissimo compare, amorevolmente e con animo sincero gli disse: -- Compare, voi sapete, e già è manifesto ad ogn’uno, quanto e qual sia l’amor tra noi, e il conto ch’io sempre fei e ora fo di voi, sí per la lunga amicizia già gran tempo fra noi contratta, sí anco per lo sacramento del comparatico che è tra noi. Laonde avendo io stabilito nell’animo mio di andar in Soria, nè avendo persona di cui maggiormente fidar mi possa, che di voi, con