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FAVOLA V.40

I fiorentini41 ed i bergamaschi conducono i lor dottori ad una disputa, e i bergamaschi con una sua astuzia confondeno i fiorentini.

[Ferier Beltramo]

Quantunque, graziose donne, grandissima sia la disaguaglianza tra gli uomini saputi e litterati, e quelli che sono materiali e grossi, nondimeno alle volte s’hanno veduti gli sapienti essere stati superati dagli uomini illiterati. E questo chiaramente si vede nelle scritture sante, dove gli apostoli semplici e abbietti confondevano la sapienzia di quelli che erano prudenti e savi. Il che ora con una mia favoluzza apertamente intenderete.

Ne’ tempi passati, sí come piú volte intesi da gli avoli miei, e forse ancor voi inteso l’avete, erano in compagnia alcuni mercatanti fiorentini e bergamaschi, i quali, andando insieme, ragionavano, come si suol fare, varie e diverse cose. Ed entrando di una cosa nell’altra, disse un fiorentino: — Veramente voi bergamaschi, per quanto noi possiamo comprendere, siete uomini tondi e grossi; e, se non fosse quella poca mercatanzia, voi non sareste buoni di cosa alcuna per la vostra tanta grossezza. Ed avenga che la fortuna vi sia favorevole nella mercatanzia, non già per sottigliezza d’ingegno nè per scienza che voi abbiate, ma piú tosto per l’ingordigia e per l’avarizia che dentro di voi si riserba di guadagnare, nondimeno io non conosco uomini piú goffi nè piú ignoranti di voi. — All’ora fecesse avanti un bergamasco, e disse: — Ed io vi dico che noi bergamaschi siamo in ogni conto piú valenti di voi. E quantunque voi fiorentini abbiate il parlar dolce che porge all’orecchie de gli auditori maggior dilettazione del nostro, nondimeno