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favola terza 105

al fuggire. Il signore, ch’aveva cuor di leone e stava bene a cavallo, vedendo il cervo velocemente fuggire, con li sproni spinse il cavallo, e animosamente si mise a seguirlo; e tanto lo seguitò, che, allontanato dalla compagnia, smarrí la dritta strada, di maniera che, perduto il cervo di veduta e lasciata l’impresa, non sapeva dove egli fosse nè dove andasse. Laonde, vedendosi solo e fuori della comune strada, nè sapendo tornare a dietro, e sopraggiungendo l’oscurità della notte, alquanto si smarrí, temendo non gli avenisse cosa che gli spiacesse: sí come gli avenne. Continovando adunque il signor Francesco il smarrito cammino, finalmente aggiunse ad una picciola casa coperta di paglia e mal condizionata; ed entrato nel cortile, scese giú del cavallo, e per se stesso lo legò ad una siepe ivi vicina; indi, entrato in casa, trovò un vecchiarello che non aveva meno di anni nonanta: e con esso lui era una contadina giovane e assai bella, la quale aveva nelle braccia una fanciulla di anni cerca cinque, e la pasceva. Il signore, dato al vecchierello e alla contadina un bel saluto, si pose con loro a sedere; e di grazia gli addimandò che per quella notte gli volessero dare alloggiamento, non lasciandosi però conoscere. Il vecchiarello e la femina, che gli era nuora, vedendo il giovane ben in ordine, e di vago aspetto, molto volentieri l’accettarono: scusandosi tuttavia di non aver luogo che convenevole fosse alla persona sua. Il signore assai li ringraziò; e uscito di casa, attese al suo cavallo: e governato che l’ebbe, ritornò in casa. La fanciulla, che era amorevole, s’accostò al signore: e facevagli feste e carezze assai; ed egli all’incontro la basciava e lusingava.

Mentre che ’l signore, il vecchiarello e la nuora stavano in ragionamenti, sopraggiunse Malacarne, figliuolo del vecchio e marito della giovane: ed entrato in casa, vidde il signore che ragionava col vecchio e accarezzava la fanciulla; e data e ricevuta la buona sera, ordinò alla moglie che apparecchiasse la cena: e accostatosi al signore, l’addimandò per qual cagione era venuto in quel selvaggio e inabitato luogo. A cui il signore iscusandosi rispose: — Fratello, la causa della venuta mia in