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98 notte nona

della vita mia, l’angelica bellezza vostra, congiunta con quelle dolci e benigne accoglienze, mi ha sí fortemente legato, che io non spero potermi mai piú da lei dissogliere. Io per voi ardo, nè trovo acqua che estinguer possa sí ardente fuoco in cui mi trovo. Io da lontani paesi sono partito, e non per altro se non per veder la rara e singolar bellezza, la quale ad ogni altra donna vi fa superiore. Se voi, come benigna e cortese, nella grazia vostra mi accetterete, arrete un servo di cui potrete disporre come di voi stessa. — La reina, udite tai parole, stette sopra di sè, e prese ammirazione non picciola che ’l mercatante avesse tanto ardire; ma pur vedendolo bello e leggiadro, e considerando l’ingiuria che le faceva il marito tenendola chiusa nella torre, dispose al tutto seguire il piacer suo. Ma prima che lo contentasse, disse: — Maestro, gran cosa son le forze d’amore: le quali mi hanno ridotta a sí fatto termine, che io sono rimasta piú vostra che mia. Ma poscia che cosí vuol la sorte, ch’io sia in servitú d’altrui, son disposta che la deliberazione seguiti l’effetto: con questa però condizione, ch’io posseda la guadagnata robba. — Il mercatante, veduta l’ingordigia della reina, prese la nobil merce, e quella le diede in dono. La reina, invaghita della cara e preciosa robba, dimostrando di non aver il cuor di pietra nè di diamante, prese il giovane per mano e menollo in un camerino; e affettuosamente s’abbraciarono e basciarono. Il giovane, messala sopra il letto e lui coricatosi appresso, alziòle la camicia ch’era piú che neve bianca; e preso in mano il piviolo, che già dritto era, subito nel solco lo mise, e prese gli ultimi frutti d’amore.

Adempita che ebbe il mercatante la sua voglia, uscí di camera, e chiese alla reina la sua merce in dietro. La reina, questo intendendo, attonita rimase; e da dolore e da vergogna oppressa, cosí disse: — Non conviensi ad uomo magnifico e liberale addimandare in dietro la cosa lealmente donata. Questo fanno i fanciulli, che per la tenella età sono di senno e d’intelletto privi. Ma a voi, uomo savio e accorto, a cui non fa bisogno curatore, io la robba restituir non intendo. — Il giovane, che di tal cosa prendeva trastullo, disse: — Signora, se