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favola quarta 93

carissimo compare dall’anello? Non sapete voi quanti trionfi abbiamo fatti insieme? — Deh, compare, — disse all’ora messer Gasparino; che fate voi qua dentro a tormentare il corpo di questo misero duca? — Io non ve ’l voglio dire, — rispose il Demonio; — andate via, e piú non mi molestate, perciò che mai io non stetti meglio di quello ch’io mi trovo ad ora. — Allora messer Gasparino tanto lo scongiurò, che de necessitá fu costretto il demonio a raccontarli minutamente la causa per la quale era partito dalla moglie ed entrato nel corpo del duca. Disse messer Gasparino: — caro mio compare, non volete farmi un grande piacere? — E che? — disse il Demonio. — Uscire di questo corpo, — disse messer Gasparino, — e non darli piú noia. — Deh, compare, — disse il Demonio; v— oi mi parete un gran pazzo a dimandarmi cotal cosa; perciò che tanto refrigerio trovo qua dentro, che meglio imaginar non mi potrei.— Disse messer Gasparino: — Per la fede di compare che è tra noi, vi prego che mi vogliate compiacere per questa fiata; perciò che, se quinci non vi partite, io rimarrò di vita privo, e voi della mia morte sarete cagione. — Rispose il demonio: — Non è oggidí nel mondo la piú trista e scelerata fede quanto quella del compare, e se voi ne morirete, il danno fia vostro e non mio. Che desidero io altro che vedervi nel fondo dell’infernal abisso? Dovevate voi essere piú prudente e savio e tenere la lingua tra’ denti, perciò che un buon tacere non fu mai scritto. — Ditemi almeno, compare, — disse messer Gasparino, — chi fu colui che in tanto travaglio vi puose? — Abbiate pazienza, — rispose il Demonio, perciò che non posso nè ve lo voglio dire. Or partitevi di qua, e non aspettate altra risposta da me. — E quasi mezzo sdegnato lasciò il duca piú morto che vivo.

Essendo dopo alquanto spazio il duca rivenuto, disse messer Gasparino: — Signor duca, state di buon animo, che tosto sentirete la vostra liberazione. Io non voglio altro per ora da voi, se non che fate che domattina s’appresentino al palazzo tutti i musici e sonatori, e che sonino tutte le campane della terra e siano tratte tutte le artigliarie della cittá, e che unitamente