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66 notte seconda

indietro mi spingi? non ti ho io fatto coteste vestimenta? A cui ella, superba, alteramente disse: — Nè tu, nè ’l tuo reame de porci mai me le facesti. — E, venuta l’ora di andare a riposare, disse la giovane: — Che voglio io fare di questa puzzolente bestia? Questa notte, com’egli sará in su ’l primo sonno, io l’ucciderò. — Il porco, che non era molto lontano, udí le parole, e altro non disse. Andatosene a dunque a l’ora debita il porco, tutto di letame e di carogne impiastracciato, al pomposo letto, con il grugno e con le zampe levò le sottilissime linzuola, e, imbruttato ogni cosa di fetente sterco, appresso la sua sposa si coricò. La quale non stette molto che s’addormentò. Ma il porco, fingendo di dormire, con le acute zanne sí fortemente nel petto la ferí, che incontanente morta rimase. E, levatosi la mattina per tempo, se n’andò, secondo il suo costume, a pascersi e inlordarsi. Parve alla reina di andar a visitazione della nuora: e, andatasene e trovatala dal porco uccisa, ne sentí grandissimo dolore. E ritornato il porco a casa, e agramente ripreso dalla reina, le rispose, lui avere fatto a lei quello che ella voleva far a lui: e sdegnato si partí. Non passorono molti giorni, che ’l porco da capo stimolò la madre di volersi rimaritare nell’altra sorella; e, quantunque per la reina li fusse contraddetto molto, nondimeno egli ostinato al tutto la voleva: minacciando di porre ogni cosa in roina, quando egli non l’avesse. Udendo questo, la reina andò al re e raccontògli il tutto; ed egli le disse che manco male sarebbe farlo morire, che qualche gran male egli nella cittá facessi. Ma la reina, che madre gli era e che li portava grande amore, non poteva patire di rimanere priva di lui, ancor che porco fusse. E, chiamata la poverella con l’altra figliuola, ragionò lungamente con esse loro; e, poi che ebbero molto ragionato insieme di maritaggio, la seconda accontentò di accettare il porco per suo sposo. Ma la cosa non andò ad effetto sí come ella desiderava; perciò che il porco la uccise come la prima, e di casa tostamente si partí. E ritornato all’ora debita al palagio con tanta lordura e letame, che per lo puzzore non se li poteva avicinare, fu dal re e dalla reina, per l’eccesso