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favola quinta 59

che egli aveva fatto e veduto la precedente notte, intanto che ella denegar non lo poteva. E, voltatosi al prete che stava col capo chino, disse: — Prendi i panni tuoi, e levati tosto di qua, e vattene in tal malora, che mai piú non ti vegga; perciò che per una rea femmina nel sacro sangue le mani imbruttare non intendo. Levati tosto; che stai tu a fare? — Il prete senz’aprir la bocca si partí, pensando tuttavia d’avere Dimitrio ed i cognati con le coltella alle spalle. Dopo, voltatosi Dimitrio a’ cognati, disse: — Menate la sorella vostra ovunque vi piace; perciò che io non voglio che piú mi stia dinanzi agli occhi. — I fratelli, pieni di furore, non andorono prima a casa che la uccisero. Il che inteso da Dimitrio, e considerata la sua fante che era bellissima, e ricordatosi della compassione da lei verso lui dimostrata, in moglie diletta la prese. E, fattole un dono de tutte le vestimenta e gioie che erano della prima moglie, in lieta e gioconda pace con lei lungo tempo visse. —

Era giá l’ultima fatica del favoleggiare della presente notte giunta al fine, quando la Signora impose a ciascuno che se n’andasse alle lor case a riposare: ritornando però nella seguente sera a ridotto, sotto pena della disgrazia sua. Laonde, accesi i torchi che neve parevano, i Signori fino alla riva furono accompagnati.



il fine della prima notte.