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favola quarta 47

rispose saperlo. E, accostatosi all’orecchio del re, secretamente li disse: — Sacra maestá, fa che tutti gli uomini e tutte le donne, che coltello al lato portano e sono nella tua corte, si appresentino al tuo conspetto: ed a chi troverai il coltello nella guagina ancora di sangue macchiato, quello sará de’ tuoi figliuoli stato il vero omicida. — Onde per comandamento del re tutti e cortigiani comparsero dinanzi a lui: il quale con le propie mani ad uno ad uno cercare volse, guatando con diligenza se i lor coltelli erano cruentati; nè trovandone alcuno che di sangue bruttato fusse, ritornò allo astrologo, e raccontolli tutto quello che fatto avea, nè alcuno restare che ricercato non fusse, sol la vecchia madre e la reina. A cui lo astrologo disse: — Sacra maestá, cercate bene, nè di niuno abbiate rispetto; perciò che senza dubbio il malfattore trovarete. — Il re, cercata la madre e nulla trovandole, chiamò la reina; e, presa la guagina che al lato ella teneva, trovò il coltellino tutto bruttato di sangue. Il re, d’ira e di furore acceso, veduto lo apertissimo argomento, contro la reina si volse, e dissele: — Ahi malvagia e dispietata femina, nemica delle propie carni! Ahi traditrice de’ propi figliuoli! Come hai tu potuto mai sofferire di bruttar le mani ne l’innocentissimo sangue di questi bambini? Io giuro a Dio che ne patirai la penitenza di tanta sceleraggine commessa. E quantunque il re fusse infiammato di sdegno e desideroso allora di vendicarsi con vituperosa e disonesta morte, nientedimeno, acciò che ella sentisse maggiore e piú lungo tormento, gli entrò un nuovo pensiero ne l’animo; e comandò che la reina fusse spogliata e, cosí ignuda, sino alla gola in terra sepolta, e con buoni e delicati cibi nodrita, acciò che, cosí lungamente vivendo, i vermi le carni sue divorassino, ed ella maggiore e piú lungo supplicio ne sentisse. La reina, che per l’addietro molte altre cose aveva miseramente sostenute, conoscendo l’innocenza sua, con paziente animo la grandezza del supplicio sofferse. L’astrologo, intendendo la reina, come colpevole, esser condannata a crudelissimi tormenti, molto si rallegrò, e, presa licenza dal re, assai contento d’Inghilterra si partí; e, giunto